I Resistenti di Bee the Future

I veri protagonisti di Bee the future sono loro: gli Agricoltori Resistenti. Perché saranno loro, nel corso dei prossimi 3 anni, a seminare complessivamente 100 ettari con i fiori più amati dalle api, in modo da richiamare questi insetti impollinatori e favorire la biodiversità italiana.

Oggi, grazie al loro aiuto, possiamo dire di aver raggiunto un grande obiettivo: il miscuglio di semi realizzato da Arcoiris, azienda sementiera biologica guidata da Antonio Lo Fiego, è stato seminato in circa 60 ettari di terreno.

Abbiamo chiesto ad alcuni degli Agricoltori Resistenti come mai hanno deciso di entrare a far parte di questa iniziativa e come la stanno affrontando.

Cecilia Vergante - Fattoria Accanto

Appassionata di cucina ed ex proprietaria di un locale nel quale cucinava piatti vegetariani e vegani, Cecilia ha deciso di cambiare vita e di gestire un'azienda che potesse dare vita a materie prime eccellenti e naturali. Così è nata Fattoria Accanto, che si trova a Modena e che Cecilia gestisce insieme a Francesco.

Di che cosa si occupa la vostra azienda?

"Fattoria Accanto produce sementi, come ad esempio canapa e bamboo, ortaggi bio ed è una fattoria didattica: lavoriamo con le scuole e con i bambini per trasmettere i valori che ci stanno a cuore".

Come mai avete sposato il progetto?

"Perché rispecchia la nostra filosofia: in azienda abbiamo già delle spirali di fiori che richiamino gli insetti e delle arnie con le api. Il fatto che la nostra fattoria sia piena di insetti è un vanto: e ora saranno ancora di più!".

Dove avete seminato il miscuglio?

Risponde Francesco: "L'abbiamo seminato in un cerchio di terra del diametro di 30 metri al centro del nostro orto sinergico, che è una foresta di 6000 metri quadri con tanti alberi da frutto all'interno della quale tutti gli elementi collaborano per lo sviluppo della natura e l'input umano è ridotto al minimo".

Mauro Iob - Agriturismo IOB

"Fin da giovane, sognavo di fondare un'azienda biodinamica. Per potermelo permettere, ho fatto i lavori più disparati in giro per il mondo. E a 40 anni ho trovato il coraggio di farlo: ho trovato la mia dimensione a Vetralla, in provincia di Viterbo, dove a 48 anni mi sono sposato e ho aperto l'Agriturismo IOB". Parola di Mauro Iob, veneto trapiantato nel Lazio.

Quali sono le vostre attività principali?

"Avendo una superficie ridotta, di circa 2,5 ettari, dobbiamo variare molto: dalle attività didattiche con le scuole insieme agli animali, fino alla produzione di nocciole, che trasformiamo anche in crema, di semi per ortaggi e di miele. Insomma: non stiamo mai fermi, neanche la domenica".

Come mai Bee the future?

"Avendo le api, conosciamo bene il problema della loro alimentazione legata alla produzione di cibo di qualità. Inoltre, poiché la biodinamica prevede di non lasciare mai il terreno incolto, sono abituato a seminare come sovescio piante mellifere e pollinifere, creando dei miscugli. In questo caso Eataly, Arcoiris e Slow Food mi hanno tolto gran parte del lavoro e sono stato felice di entrare a far parte di questa iniziativa nobile".

Dove avete seminato il miscuglio?

"L'abbiamo seminato in una serra scoperta di 400 metri quadri alla fine di un ciclo di coltura di ortaggi".

Giulia Davico - Biomonte

A Montegioco, in provincia di Alessandria, sorge l'azienda agricola Biomonte. "Un'impresa di famiglia, che da due anni è passata nelle mie mani: dopo aver studiato economia, ho sentito il richiamo della terra", racconta Giulia Davico.

Di che cosa vi occupate?

"Ci occupiamo sia di agricoltura tradizionale, coltivando nocciole e uva, sia di erbe officinali. E poi, come hobby, produciamo il miele: abbiamo alcune arnie che curiamo con grande passione".

Come mai siete diventati Resistenti?

"Collaboriamo da tempo per Arcoiris per la produzione di sementi biologiche antiche e di piante officinali. Conosciamo bene il tema della morìa delle api e del pericolo che corre la biodiversità: per questo siamo entrati a far parte del progetto con entusiasmo".

Dove avete seminato il miscuglio?

"L'abbiamo seminato su una striscia di terreno che si trova proprio dove teniamo le arnie. Alcuni dei fiori del miscuglio sono stati una novità, altri li utilizziamo abitualmente: abbiamo avuto la conferma che il grano saraceno, in particolare, è una varietà amatissima dagli insetti impollinatori".

Marco Minella - Azienda agricola Minella

Marco e Roberta sono fratelli. Da alcuni anni hanno ereditato dal loro padre l'Azienda agricola Minella, impresa a conduzione familiare trentennale che sorge a Vignanello, in provincia di Viterbo, splendido borgo medievale ai piedi dei Monti Cimini. Abbiamo chiesto a Marco di raccontarci come mai lui e Roberta hanno scelto di supportare il progetto Bee the future.

Di che cosa vi occupate?

"Da qualche anno l'azienda porta avanti un progetto di crescita, innovazione e sviluppo del ramo vitivinicolo: oggi disponiamo di un vigneto di circa tre ettari e ci siamo dati l'obiettivo di produrre bottiglie che raccontino sensazioni e suggestioni di un tempo che non c’è più, ma che vogliamo fare rivivere nei tempi moderni. Inoltre, coltiviamo nocciole, olive e ortaggi che vendiamo a km 0".

Come mai siete diventati Resistenti?

"Perché Bee the future è un progetto perfettamente in linea con la nostra filosofia. Abbiamo seminato una striscia di terreno con il miscuglio di Arcoiris accanto alla nostra vigna. E in futuro ci piacerebbe continuare a offrire il nostro sostegno al progetto, perché conosciamo bene il tema delle api e ci piace darci da fare per aiutarle: con questa iniziativa vogliamo richiamare gli insetti impollinatori e favorire la biodiversità".