Seminiamo la Biodiversità

Il paesaggio è la sede della nostra anima collettiva”, parola di Carlin Petrini.

Nel 2017 abbiamo lanciato il progetto Seminiamo la biodiversità con l’obiettivo di aiutare le piccole aziende e i contadini a registrare nei cataloghi pubblici alcune varietà di ortaggi a rischio di estinzione consentendo loro di poter vendere autonomamente i propri semi, e garantendo alle varietà la sopravvivenza altamente minacciata.

Occorre precisarlo: registrare negli elenchi pubblici le sementi tradizionali significa proteggerle dall'accaparramento delle multinazionali, garantirne la sopravvivenza e consentirne la commercializzazione in modo legale. Altra finalità del progetto è sensibilizzare il grande pubblico sull'importanza dei semi. Le buste contenti i semi degli ortaggi registrati negli elenchi pubblici e tutelati dal progetto Seminiamo la biodiversità sono poi state rese disponibili negli Eataly per coinvolgere tutti in questa campagna.

Seminiamo la biodiversità

Una partnership a favore della biodiversità

Seminiamo la biodiversità è frutto di una partnership tra Eataly, Arcoiris, unica azienda sementiera italiana esclusivamente biologica, Francesco Sottile, esponente del comitato esecutivo di Slow Food e docente dei Dipartimenti di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, e la Fondazione Slow Food per la biodiversità onlus.

Perché Seminiamo la biodiversità?

Perché la biodiversità, lo sappiamo, è fortemente minacciata dall'agricoltura industriale, che tende a omologare le produzioni e ad aumentare le rese, senza tener conto dell’inquinamento, dell’impoverimento del suolo e dei consumi energetici. La svolta agroindustriale negli ultimi 70 anni ha drasticamente ridotto la diversità al punto che, secondo la Fao, il 75% delle varietà vegetali è ormai perso irrimediabilmente. Delle 80mila specie commestibili utilizzabili a scopo alimentare oggi se ne coltivano solo 150 di cui 8 sono commercializzate in tutto il mondo.

Arcoiris - Lofiego

L'importanza dei semi

I semi, ce lo insegnano le comunità contadine, sono simbolo di vita e portatori di speranza. Sono un dono della natura. Per questo non possono essere proprietà esclusiva di pochi (nel 2017 nell’UE il 95% del mercato delle sementi da ortaggio era controllato dalle prime cinque compagnie del settore), ma devono essere considerati un bene comune. Essi sono il primo anello della catena alimentare, base della sopravvivenza del pianeta, selezionati e prodotti, da 10.000 anni, dalle comunità contadine di tutto il mondo che se li scambiano fra loro.

Selezionare e produrre semi significa assicurarsi la possibilità di avere un buon raccolto nell'anno successivo, quindi la sovranità alimentare e l’indipendenza economica, e significa conservare la biodiversità in modo naturale. Primo anello della catena alimentare, i semi, al pari di una lingua o di un patrimonio gastronomico, sono l’espressione di culture e conoscenze che hanno radici profonde nel territorio d’origine.

I semi sono dunque il fondamento della nostra biodiversità, legati indissolubilmente alla cultura e alla gastronomia delle comunità. Per questo vogliamo proteggerli, conservarli e batterci per preservare il diritto dei contadini di oggi di scambiarsi e riprodurre i semi tradizionali, evitando di consegnare nelle mani di pochi il controllo sul nostro cibo. Seminiamo la biodiversità è dunque un progetto ambizioso che si pone obiettivi importanti raccontando il tema dei semi dal punto di vista politico e culturale e dando voce ai contadini.

Seminiamo la biodiversità: fagioli

Ritornare alle origini

Oggi i giovani che tornano all'agricoltura, e che ci tornano convinti e competenti, stanno re-imparando a farsi le loro sementi. E così, piano piano, in alcune aziende agricole torna una biodiversità che non si trova più nella maggior parte dei negozi di sementi.

Seminiamo la biodiversità è un primo ma fondamentale passo verso un paradigma produttivo completamente nuovo.