Dott. Nicola Farmacista: il benessere nasce tra le montagne

Diciamo spesso che il territorio è uno degli ingredienti fondamentali dei nostri prodotti. Questo vale per il cibo, ma non solo: nel caso di Dott. Nicola Farmacista, azienda farmaceutica e cosmetica valdostana che ha fatto della regionalità il suo cavallo di battaglia, l'influenza delle materie prime locali è particolarmente significativa. Ne abbiamo parlato con il Direttore generale Paolo Scoffone, che ci ha raccontato la storia di Dott. Nicola e il legame stretto che esiste da sempre tra l'azienda e le "sue" montagne.

Paolo, in che modo Dott. Nicola è passata da essere una farmacia a un'azienda che vende i suoi prodotti in tutto il mondo?

"Fin dalla sua fondazione, negli anni ’80, la farmacia si è distinta per l'attenzione alla naturalità e all'omeopatia e, per questi farmaci, è sempre stata leader sul territorio. Nei primi anni 2000, quando si è diffusa tra le farmacie la "moda" di realizzare prodotti personalizzati, grazie all'intraprendenza di Andrea Nicola (foto sotto, ndr) - dottore farmacista e figlio del fondatore Pier Giuseppe - l'azienda si è fatta notare per i primi prodotti davvero personalizzati, cioè nati da ricette create in casa e basate sulla passione di Andrea per la montagna e la fitocosmesi e realizzate solo per i clienti della farmacia. Pian piano, questi clienti hanno cominciato ad apprezzare i nuovi fitocosmetici e integratori e la voce è giunta ai negozi del territorio, che hanno iniziato a richiederli. E i quantitativi sono via via aumentati".

E poi è entrata in gioco Eataly...

"Nel 2009 Oscar Farinetti ha incontrato Andrea Nicola ed è rimasto piacevolmente stupito dalla filosofia e dai prodotti dell'azienda, tanto da inserirli in pianta stabile nei negozi. I nostri volumi sono aumentati di pari passi con l'apertura degli store Eataly: a fine 2018 avremo venduto 220mila prodotti, produciamo 50 referenze di fitocosmesi e 30 di integratori e i numeri sono in crescita perché continuiamo a fare ricerca e a sperimentare. I nostri prodotti sono tutti naturali: per noi è scontato che siano senza parabeni e altre sostanze che non ci piacciono. Non sono biologici solo perché lavoriamo con coltivatori talmente piccoli che non possiamo pretendere da loro che ottengano la certificazione. In ogni caso, nel 2017 abbiamo lanciato anche una linea Organic pensata in particolar modo per l'estero".

Qual è il ruolo della montagna nei vostri prodotti?

"Il rapporto stretto tra la montagna e i nostri prodotti si percepisce da tanti aspetti: innanzitutto i prodotti raccontano il nostro territorio e hanno i suoi profumi. Sono fatti con materie prime locali, pure e incontaminate: dal timo varico, specie eccellente di timo che cresce in Val d'Aosta, alla Stella alpina, che oggi per noi viene coltivata nella Val Ferret a una quota superiore ai 1.600 metri dove è vietata l’agricoltura se non per chi da generazioni già ci si dedicava, e ancora Calendula e Miele valdostano. La Val d'Aosta è un territorio piccolo, che punta sulla qualità più che sulla quantità. Le dimensioni ridotte ci permettono di controllare molto bene la filiera, che nel nostro caso è cortissima".

E poi la montagna è una bella palestra, anche per l'efficacia dei prodotti di benessere...

"La montagna impone impegno e dedizione. Le nostre creme, ad esempio, nascono per pelli abituate a sopportare il grande freddo, ma anche il sole senza filtri. E lo stesso vale per altri prodotti che devono rispondere a bisogni specifici. Per realizzare prodotti efficaci cerchiamo di ottenere il massimo dalle nostre materie prime: lo facciamo utilizzando il Naviglio estrattore, un macchinario che comprimendo e decomprimendo le piante e le erbe permette un'estrazione più a fondo e consente di ottenere un'elevata quantità di principio attivo purissimo. In pochissimi la fanno, anche perché molto costosa, ma il risultato è davvero eccezionale".

Come vi procurate le materie prime?

"Oltre a possedere un piccolo giardino sperimentale per la coltivazione di erbe officinali, abbiamo il contatto diretto con alcuni piccoli coltivatori locali che ci forniscono piante ed erbe officinali: fortunatamente, lavorando su prodotti che richiedono una piccola quantità di principio attivo e potendo contare su un estrattore così efficace, non ci servono chissà quanti ettari di terreno! Dopo che abbiamo ricevuto le piante, ci occupiamo noi dell'estrazione dei princìpi e poi collaboriamo con un partner locale e uno piemontese per la produzione, dato che le nostre dimensioni non ci permettono ancora di fare tutto internamente".

Come definiresti la vostra filosofia?

"Se dovessi scegliere un sostantivo coerente con il nostro approccio, opterei per 'rigore'. La nostra idea è quella di fare capire il nostro valore attraverso la nostra competenza. Anche nella comunicazione e nella pubblicità, non ci piace spingere all'acquisto e fare promesse: preferiamo essere utili alle persone ed essere dei consulenti di cosmesi. Consigliando i nostri prodotti, oppure quelli che riteniamo più adatti ai bisogni della persona: per questo divulghiamo spesso contenuti che non parlano dei nostri articoli ma che abbiano semplicemente un valore scientifico e di pubblica utilità. Non forniamo cure miracolose, ma consigli di benessere".

E per il futuro, quali piani avete?

"La novità più imminente è il lancio dell'amaro alle erbe Opthymus, con il quale per noi si chiude un cerchio: siamo passati dai cosmetici, cioè puri prodotti di benessere, agli integratori, cioè prodotti che si ingeriscono perché svolgano una funzione, fino ad arrivare a qualcosa che viene ingerito per piacere, ma che rispetto ad altri prodotti analoghi ha una finalità specifica, quella digestiva. Infine, il nostro grande obiettivo è la crescita all'estero: oggi siamo presenti in Germania, Svezia e Russia; a brevissimo la nostra linea Organic sarà in vendita in Cina e abbiamo avuto dimostrazioni di interesse anche dal Giappone".