I muffin al limone de "Il Grande Gatsby"

Tra le pagine dei capolavori della letteratura mondiale spesso si nascondono ricette che possono rievocare ricordi oppure crearne di nuovi.
Inevitabile non pensare all'iconica madeleine di Marcel Proust della serie di libri "Alla ricerca del tempo perduto" datata 1906-1922, dove la memoria involontaria è la protagonista del primo volume "Dalla parte di Swann". La memoria involontaria: colei che cattura con una sensazione l'essenza preziosa della vita.

Il grande Gatsby si presenta da solo ma, a volerlo contestualizzare, possiamo dire che ha dentro una sfavillante New York anni Venti, molti eccessi, un bel po’ di irrisolti e, ovviamente, Gatsby, organizzatore seriale di feste leggendarie nella sua villa di Long Island. Nell’irrequietezza raccontata nelle pagine di Francis Scott Fitzgerald, Gatsby sta aspettando la sua amata Daisy per un tè.

«È tutto a posto?», chiese immediatamente.
«Adesso l’erba fa la sua figura, se è a questo che alludi».
«Che erba?», s’informò con tono assente.
«Ah, l’erba del giardino». Guardò fuori della finestra, ma a giudicare dalla sua espressione non credo abbia visto alcunché.
«Si, ha davvero un bell’aspetto», osservò vago. «Su un giornale dicevano che dovrebbe smettere di piovere intorno alle quattro. Credo fosse The Journal. Hai tutto quello che occorre per un… per un tè?»
Lo condussi nella dispensa dove scrutò con sguardo un poco critico la mia finlandese. Esaminammo insieme i dodici muffin al limone presi in pasticceria.
«Andranno bene?»
«Ma certo, ma certo! Sono stupendi!», e, in tono forzato, aggiunse: «…Vecchia lenza».
Intorno alle tre e mezzo la pioggia si affievolì, divenendo una nebbiolina umida, punteggiata come rugiada da sparute gocce sottili.

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